Negli ultimi anni, su Smau si è detto e scritto di tutto: i problemi societari e i passaggi di mano, la polemica su "consumer sì, consumer no" e la scelta definitiva pro-segmento business, le defezioni a catena di espositori illustri, il fallimento di alcune iniziative decentrate. Il tutto in un contesto di crisi dell'intero comparto fieristico (ricordate il Comdex?) e degli investimenti in Ict e, accadimento più recente, una crisi finanziaria che evoca gli spettri della grande depressione. Eppure, dopo 45 anni, Smau è ancora lì, e "una ragione ci deve pur essere". Pierantonio Macola, 41 anni, padovano, gli ultimi anni passati in Fiera Milano, affronta il suo primo Smau da amministratore delegato della kermesse milanese dell'Ict ostentando sicurezza e ottimismo.
Perché, a suo parere, sono molte le frecce nell'arco di Smau: i 45 mila visitatori "profilati" (per la prossima edizione ne sono attesi 50 mila), la grande capacità evocativa del marchio ("non lo cambierei con nessun altro, sta nella testa della gente da quasi mezzo secolo come simbolo dell'innovazione"), la caratteristica unica di luogo di incontro tra domanda e offerta nonché di luogo di formazione e sensibilizzazione alle tematiche dell'innovazione, e via elencando. Una vitalità che rigetta completamente la formula troppo semplicistica che in passato non di rado ha prevalso, quella del "più metri quadrati venduti, più successo". Detto questo, c'è comunque un impegno forte per rinnovare un format che qualche ruga inevitabilmente ce l'ha. Un cambiamento che parte da una premessa irrinunciabile:"Smau va calato nella realtà italiana". La visione sottesa è quella di sensibilizzare gli utenti professionali che visitano Smau a investire di più nell'Ict. Come? "Anche attraverso il racconto di casi pratici fatto direttamente dalle aziende". E poi contenuti indipendenti, propri di società di analisi e ricerca come Gartner e School of Management del Politecnico di Milano, inclusi i contributi di realtà accademiche come l'università Bocconi. E ancora la possibilità di percorsi personalizzati. Un meccanismo che, a detta di Macola, contribuirà a migliorare la qualità della spesa.
Con la kermesse di Milano, si punta a un target composto principalmente da end user business (manager, professionisti e imprenditori) e al mondo del canale Ict (la metà dei visitatori..), ovviamente ai Cio ma anche ai manager delle diverse linee di business (marketing e vendite, acquisti e procurement, operations, logistica e supply chain, amministrazione e finanza, risorse umane, pubblica amministrazione centrale e locale) con ricerche specifiche per ciascuna funzione aziendale, convegni ad hoc. Tra le novità, il ritorno a Fieramilanocity, dopo poche edizioni nel nuovo polo di Rho-Pero. Un ritorno che ha una valenza strategica precisa, anche in vista dell'Expo 2015:"La kermesse milanese non può servire adeguatamente alcune utenze specifiche". Ed ecco, allora, il bisogno di un "cuore pulsante", la città di Milano, a cui Smau si apre. Finalmente, verrebbe da dire, visto che la manifestazione è sempre stata una realtà un po' avulsa da Milano, per definizione città dell'innovazione. Sotto il nome di "Smau Fuori Salone" si raccoglie dunque una serie di iniziative (soprattutto dall'edizione 2009, dopo il rodaggio di quest'anno) per servire comunità (Apache, Linux,…), vari segmenti (si pensi agli studenti), , in sedi e location le più diverse (ad esempio, la Triennale). Smau però si proietta anche sul territorio nazionale, con Smau Business, raod show in varie città italiane (la prima è stata Padova, seguiranno Bari, Parma, Brescia, Torino) per mostrare le grandi potenzialità delle tecnologie alle piccole e medie imprese locali.
